quinta-feira, 12 de abril de 2018

NEWS FROM THE WORLD: SIAMO SULL'ORLO DELLA TERZA GUERRA MONDIALE? IL PUNTO DELLA SITUAZIONE.
La strage di Douma (Siria) avvenuta ieri con l'uso di gas chimici pare aver causato circa trenta morti e forse cinquecento intossicati. Un incidente strano e sicuramente fuori dalle proporzioni in una guerra ormai agli sgoccioli ma la cui responsabilità e' stata subito imputata ad Assad, ergo, di riflesso, alla Russia. Può essere ma non sarebbe la prima volta che Usa e alleati (GB e Francia in testa) accusano Assad di queste orribili azioni per poi affannarsi in imbarazzanti smentite sotto il pungolo di severe inchieste giornalistiche indipendenti.
Personalmente lo classifico come un deja vu', avendo gia' registrato le smentite ufficiali (ma senza scuse) degli USA per gli incidenti del 2013 e del 2017.
Diciamo semplicemente che Bashar al-Assad sta ormai finendo quella guerra e la sta vincendo grazie soprattutto al l’appoggio della Russia e dell’Iran. Di recente anche la Turchia si e’ avvicinata all’asse Damasco-Mosca-Teheran (incontro a Sochi dello scorso dicembre) e il destino della Siria (terzo produttore di petrolio del Mondo, per giunta ancora sotto controllo statale, e di enormi giacimenti di gas naturali) e’ ormai sotto il controllo di queste quattro forze: una superpotenza mondiale e tre potenze regionali non indifferenti (non solo per il profilo militare ma soprattutto per quello energetico). Di fatto gli USA, anche a causa delle loro strategie ambivalenti con i ribelli anti-Assad (prima quelli dell'ISIS, poi quelli di al Nusra, poi tanti altri divisi tra di loro in una miriade di fazioni) iniziate dall’amministrazione Obama-Clinton si sono visti a poco a poco soffiare da sotto il naso una torta molto importante che speravano di conquistare per dividerla probabilmente con l’Arabia Saudita (e forse con Erdogan fino al 15 luglio del 2016 quando lui ha cominciato a voltargli le spalle dopo il fallito golpe).
Perdere anche gli ultimi meriti nel debellare quel che e' rimasto dei ribelli ISIS e degli altri significherebbe restare esclusi da un cambio di piano geostrategico ed energetico che potrebbe rivelarsi fatale per le ambizioni di egemonia della potenza USA ma anche per il controllo della stessa economia mondiale da parte sua e dei suoi alleati occidentali e arabi. La sola Arabia Saudita, da decenni il primo produttore ed esportatore di petrolio del Mondo, non può certo soffrire l'affermazione e il consolidamento di un'unione energetica tra Russia, Siria e Iran. Significherebbe il suo declino.
Gli USA e gli alleati (GB e Francia soprattutto) sono ovviamente inviperiti con la Russia per questo e parte dell’attuale ondata di russofobia (incidente Skripal, espulsione diplomatici ecc.) credo rifletta, più di ogni altra cosa, proprio questo.
Occorre trovare al più presto pretesti di qualsiasi genere per cercare di mettere la Russia in condizioni di difficoltà diplomatica (tramite isolamento internazionale) ed economica (tramite sanzioni) e spingerla ad allentare la sua spinta espansionistica in Medio Oriente. Soprattutto occorre spingerla ad accettare che anche Usa e partner rientrino con gli stessi diritti degli altri a giocare nello scacchiere siriano. Occorre fare di tutto per mettere Putin in un angolo ma e' ormai molto difficile. Il tempo e' agli sgoccioli e la Storia sta per concludere il suo capitolo.
E’ ovvio che la Russia ha vinto la guerra di Siria sia sul piano militare (aiutando in modo determinante Assad con la propria formidabile aviazione) sia su quello diplomatico, consolidando l’alleanza con l’Iran (che sta pianificando un nuovo gasdotto che dovrebbe passare per l'Iraq e la Siria) e con la Turchia di Recep Tayyp Erdogan (che potrebbe giocare un ruolo utile nel contenere il terrorismo islamico in Russia ma anche nell’appoggiare Putin nella guerra civile in Ucraina, geograficamente vicinissima). L'unico modo per ribaltare la situazione adesso sarebbe quello di un'aggressione diretta alla Siria con il supporto internazionale (ONU e NATO) sulla base di un ennesimo escamotage come una presunta strage di civili da parte del "cattivaccio" Assad (i media occidentali poi sanno come trasformare queste cose in lacrime e disapprovazione generale, lo sappiamo bene). Vedremo se ci riusciranno questa volta, dopo aver già fallito due tentativi.
Se Atene piange, Sparta non ride, pero’. Tel Aviv e Teheran storicamente stanno tra di loro come il diavolo sta all’acqua santa (e viceversa). Israele si sta preparando a portare la capitale a Gerusalemme (mi pare il 15 maggio) ed e’ sotto l’attacco di Hamas alla frontiera con Gaza per questo. Teheran (che non lo vuole) non smette di minacciare Israele ogni giorno che passa. Giocoforza Israele vede come fumo negli occhi la vittoria dell’asse Putin-Assad-Erdogan-Rouhani a pochi passi dalle sue frontiere. Sono a tiro di missili e nemmeno tanto lontani. Ed e’ l’Iran che lo preoccupa di più, data l’escalation recente di minacce (solo qualche giorno fa' la storica guida sciita ed ex-presidente Mohammad Khatami istigava le folle a radere al suolo la piccola nazione ebraica). Credo questo spieghi l’attuale nervosismo di Netanyahu e il perché l'altro giorno gridasse al telefono con il suo corrispettivo della Casa Bianca.
E’ una situazione esplosiva che può comportare un conflitto più allargato.
Sappiamo che navi militari cinesi sono state viste al largo di Aden agli inizi di questa settimana, cioè all’imbocco del Mar Rosso. Anche la Cina è contraria a Gerusalemme capitale, lo ha già comunicato a livello ufficiale. Ed e’ alleata dell’Iran, anche se non e' direttamente coinvolta in Siria. Al momento c’è una guerra commerciale con gli Usa a botte di dazi (pare molto pesanti) e sui mari del Pacifico. Alcuni parlano persino di un possibile attacco a Taiwan (ex-Formosa, protetta dagli USA e mai riconosciuta dalla Cina) se la situazione degenerasse.
Al tempo stesso c’e’ una (spesso dimenticata) guerra civile in corso in Yemen dove pure si stanno scontrando sempre più direttamente Arabia Saudita e Iran. L'Arabia Saudita pare guidare un'enorme coalizione di paesi arabi di matrice islamica sunnita che include Marocco, Egitto, Emirati Arabi e appoggia il governo di Hadi, di base a Aden, nel sud del paese. E' ovviamente aiutata anche da USA e UE (l'Italia di Renzi ha venduto parecchie bombe al regime saudita per essere impiegate in quella guerra). L'Iran invece appoggia i ribelli Houthi, un gruppo sciita che rappresenta il 35% della popolazione e controlla l’area della capitala Sana’a, al confine con l’Arabia Saudita.
Come dicevo, navi militari cinesi sono state avvistate questa settimana nei pressi del porto di Aden e i Cinesi hanno recentemente inaugurato una loro base strategica a Gibuti, sull'altra sponda dell'imbocco del Mar Rosso.
Un bel pasticcio, insomma. Credo non siamo mai stati vicini alla Terza Guerra Mondiale come in questo momento ma non credo comunque che accadrà. Sanno che sarebbe la fine per tutti.
Per cui credo si tratti al momento di un durissimo gioco di muscoli nel tentativo di ottenere un riequilibrio della situazione regionale ed evitare un cambio dei rapporti di forza internazionali tra Occidente e Oriente che potrebbe rivelarsi epocale per tutti noi. Se questo tentativo fallirà o se qualcuno perderà i nervi, allora si', potrebbe scatenarsi l’Apocalisse. Conviene pregare perché siamo tutti nella stessa barca.
GostoMostrar mais reações
Comentar

Sem comentários:

Enviar um comentário